Question Time, Santulli: “Ciaramella chieda scusa alla stampa”

di Redazione

Lello SantulliAVERSA. Sembra proprio che il sindaco di Aversa Domenico Ciaramella e l’ideatore del “Question Time”, Lello Santulli, non trovino pace.

Infatti, dopo la dichiarazione di abbandono dell’avvocato, e l’invito del sindaco al ripensamento, tocca ancora a Santulli intervenire sull’argomento. “Esattamente un anno fa, – dichiara Santulli – il Qt aveva come tema Politica maledetta politica; Senatore Giuliano: C’eravamo tanto amati; Forza Italia ma l’amore no!; Di Santo o, piuttosto..Di Diavolo; Sindaco, ci risparmi, almeno questa volta, le sue dimissioni pelose. Ciaramella, presente più che mai, rispose agli insidiosi quesiti e confermò, con grande intelligenza, che l’Istituto ad altissimo tasso di democrazia non era che una compiacente passerella (così come reputato da un balordo centrosinistra). Ora invece, afferma, pacta sun servendo, che occorre rispettare le regole. E ciò all’indomani dell’arci-nota querelle con la stampa e del consequenziale diniego al Qt sull’argomento. Orbene, non c’è chi non ne veda lo stretto nesso di casualità e, intanto, io annoto che è stata persa una buona occasione per ritornare melius re perpensa (pensandoci meglio) sui propri incauti passi: eh si! Venerdi 24 ottobre non fu proprio una bella giornata per lo stile e per la deontologia, essendo stato esternato un infelice (perché forse e comprensibilmente, parto sgradevole di un lungo e conosciuto stress ricompositivo della nuova-vecchia giunta) preambolo alla (ri) presentazione ai giornalisti degli assessori. E attenzione! Non era stata ancora avanzata alcuna domanda per cui giustificare una reazione proporzionata ad una eventuale irriverente provocazione. Nell’incontro con il sindaco il lunedì 27 ottobre mi ero permesso, anche per un afflato di simpatia umana, di invitarlo a scusarsi con i rappresentanti della stampa oggettivamente e gratuitamente offesi. Ancora un no nettissimo. Ciò nonostante ripropongo, in un clima di imperturbabile e sincero rispetto per i cittadini e per la Città, al dottore Ciaramella di ripensarci possibilmente mosso da un benefico e salutare attacco di umiltà. Solo così potremo riprendere l’apprezzato ed arduo cammino, iniziato con sinergico entusiasmo, al servizio della più bella delle democrazie dirette. Devo puntualizzare, concludendo, che non è giammai stato tradito, neppure adesso, il regolamento del Question Time (…connotato di urgenza o particolare attualità politica in ordine al governo della città e alla sua vivibilità) e che il dottore Ciaramella, aderendo, darebbe un forte segnale della sua migliore determinazione e non certo, come potrebbe sembrare, un’ammissione di debolezza”.

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