ORTA DI ATELLA. Emissione nell’aria di sostanze sconosciute, fumi nauseabondi, sembra altamente pericolosi per la salute pubblica. E’ la situazione, ormai insostenibile, che lamentano i cittadini di Orta di Atella, in particolare chi risiede nella zona attorno via Gandhi e via Clanio.
Non solo,a manifestare forti disagi sono anche gli abitanti dei comuni limitrofi, soprattutto quelli dell’hinterland napoletano, quali Caivano, Frattaminore e Crispano. Secondo le tantissime mail inviateci da cittadini ortesi, la presenza nell’area di questi fumi si avverte soprattutto nelle ore notturne del periodo estivo, e in particolare dalle ore 22 alle 8 del mattino L’intollerabilità è tale da costringere i cittadini a chiudersi “ermeticamente” in casa, altrimenti non si scampa dal respirare l’aria malsana, con inevitabili ripercussioni fisiche e anche psicologiche. Non è dato sapere da dove provengano queste emissioni e, soprattutto, di quali sostanze si tratti e quale sia il loro grado di nocività. A questo punto, i cittadini chiedono l’intervento dell’amministrazione comunale che non può non essere all’oscuro di quanto sta accadendo, visto che gli amministratori, di maggioranza e di opposizione, risiedono ad Orta di Atella. In realtà, già l’anno scorso, a seguito di ripetute proteste dei residenti, l’amministrazione costituì un’unità di crisi ambientale al fine di procedere ad un monitoraggio della zona. L’iniziativa fu avvertita dai cittadini come un segno tangibile e concreto di attenzione verso le loro istanze. Dell’esito dell’attività della commissione, e di eventuali provvedimenti posti in essere dalla stessa, non si è saputo più nulla. Sta di fatto che oggi, trascorso un anno, il problema del “puzzo” si ripresenta. E ora i cittadini fanno sapere di essere arrivati al limite della sopportazione, chiedendo un nuovo, e stavolta concreto, impegno all’amministrazione comunale. Ricordiamo che, per un analogo problema, alcuni anni fa a Caivano un gruppo di cittadini esasperati bloccò la circolazione lungo una strada statale, minacciandodi restituire i certificati elettorali. Vi fu anche un’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Pezzella.