ORTA DI ATELLA. Si sussurrava da mesi, e con più insistenza da quando – dopo l’arresto disposto dal gip di Santa Maria con le accuse di estorsione e concussione – era tornato nella sua Orta di Atella: prima agli arresti domiciliari e poi da cittadino libero benché indagato.
L’unico dubbio era sul dove sarebbe approdata la navicella (Italia dei valori? Udeur?) di Angelo Brancaccio, consigliere regionale diessino (reinsediato a fine luglio nella carica) e recordman di preferenze, diventato «scomodo» sia nel partito che nella difficile dinamica verso il Pd in cui sono impegnati Quercia e Margherita. Ieri, dopo l’incontro alla kermesse di Telese, la conferma: Brancaccio passa nelle truppe di Mastella, a fine mese (in una data compresa tra il 20 e il 30 settembre) convocherà una manifestazione alle porte di Caserta, al Grand Hotel Vanvitelli, dove ufficializzerà, presente il ministro della Giustizia, la conclusione del suo percorso politico. Il tam-tam degli addetti ai lavori aveva già registrato, all’inizio di agosto, quello che era sembrato l’ultimo tentativo di Brancaccio di ricucire con i Ds: un contatto con il segretario regionale Enzo Amendola per sondare la disponibilità del vertice nazionale a riaccoglierlo a pieno titolo nel partito. Da Napoli era arrivata una risposta vaga («A settembre vedremo»), più una dilazione che una promessa. E Brancaccio – a cui in questo periodo era andata la solidarietà solo dei fedelissimi e del Campanile – ha deciso il grande passo. Prima sono venute le riunioni con Nicola Ferraro, segretario dell’Udeur di Terra di lavoro, poi quelle con Mastella (con la moglie del ministro, la Lonardo, c’era un intesa cordiale da mesi, visto che il consigliere è segretario, tra l’altro, dell’Ufficio di presidenza della Regione). Mossa attesa ma spiazzante comunque. All’interno del suo vecchio partito, all’interno del costituendo Pd e, soprattutto, negli equilibri della Regione che si avvia alla verifica di metà leglislatura. Non transiterà da solo nell’Udeur: con lui pare abbiano le valigie pronte l’attuale sindaco di Orta Salvatore Del Prete e la totalità dei consiglieri eletti nelle liste della Quercia nel paese (Orta di Atella diventerebbe così l’unico paese a guida monocolore Udeur), forse il sindaco di Succivo Franco Papa, due consiglieri provinciali (Visco e Basco), una parte dei quadri diessini del triangolo Orta-Succivo-Sant’Arpino e altri dell’area aversana. Dentro la Quercia di Terra di lavoro (e nel Pd casertano) si indebolisce così l’ala che si era raccolta con lui dietro la candidatura del giovane Nicola Ucciero durante l’ultimo ferocissimo congresso (alla fine del quale però è stato confermato il segretario uscente Ubaldo Greco), una folta corrente che pure negli ultimi mesi aveva già messo in conto questo abbandono. Tanto è vero che all’ultima manifestazione convocata dall’asse Pascarella-Ucciero in vista del confronto per il Pd ha fatto la sua apparizione anche il sindaco di Sant’Arpino Giusepe Savoia, storico «nemico» di Brancaccio (a causa della sua adesione ai Ds il consigliere regionale aveva duramente attaccato il Governatore ritenuto responsabile di un disegno che puntava al suo ridimensionamento politico). Alla Regione gli effetti più significativi: dopo i casi di Angelo Giusto (adesso con Sinistra democratica) e Peppe Russo, i Ds perdono un’altra pedina, mentre sale – con l’acquisto di Brancaccio – il potere contrattuale di Mastella al tavolo della verifica. Molti dei consensi del consigliere regionale, infatti, sono su «base personale» specialmente ad Orta e dintorni, dove ha raccolto quasi la metà dei voti che gli hanno garantito l’ingresso all’assemblea campana. Un budget che l’Udeur sembra apprezzare molto.
Il Mattino (ANTONIO PASTORE)
In cella per 20 giorni, due mesi di arresti domiciliari con le accuse di estorsione, concussione e corruzione
Venti giorni di detenzione in carcere e poco più di due mesi ai domiciliari: Angelo Brancaccio, ex sindaco di Orta di Atella – interdetto dai pubblici uffici per le cariche non derivanti da investitura popolare ricoperte prima del 7 maggio 2007 – dal 24 luglio scorso è tornato un uomo libero e, tre giorni dopo, riammesso anche in consiglio regionale. Estorsione, peculato e corruzione le accuse contestate a Brancaccio nell’ambito di una delicata inchiesta con nove indagati (sei gli arrestati) avviata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere su alcune speculazioni edilizie ad Orta di Atella. Accuse che la Procura riproporrà (insieme a quella di induzione alla prostituzione, caduta davanti al Tribunale del Riesame) per la richiesta di rinvio a giudizio a chiusura indagini. La vicenda giudiziaria ha preso le mosse da un accertamento sollecitato dai carabinieri di Sant’Arpino nell’ottobre di due anni fa sulla legittimità del permesso a costruire, rilasciato a tale Antonio Ziello, dall’Ufficio tecnico comunale di Orta. In quella circostanza, i tecnici comunali avrebbero assunto un atteggiamento sospettoso tanto da indurre gli investigatori ad approfondire la nascita dello Sportello Unico per l’edilizia di Orta. Per diverso tempo, qualcuno avrebbe cercato di impedire l’identificazione del tecnico comunale che aveva autorizzato i lavori: la sua firma, infatti, si trovava su un foglio (diventato fantasma) allegato alla copia della variante giudicata dal consulente tecnico della Procura illegittima, così come la concessione. Di qui le indagini ed anche le intercettazioni che, come rivoli, portano all’acquisizione di altri retroscena (alcuni dei quali piccanti) e all’esistenza di un contatto in Procura tra Brancaccio e almeno due talpe. L’indagine, documentata anche dalla denuncia del costruttore Francesco Antonio Del Prete, assorbe anche qualche stralcio di un’inchiesta della Dda. Del Prete era stato minacciato e picchiato – racconta l’inchiesta – perchè doveva farsi da parte e far costruire all’imprenditore Antonio D’Ambra. Si parla di una lottizzazione di cento appartamenti che doveva realizzare l’impresa di Felice Pagano il quale, parlando a telefono, afferma che «24 sarebbero stati riservati ai politici». Tra le accuse contestate a Brancaccio anche quella di peculato per aver utilizzato fino a giugno del 2006, data di fatturazione dell’ultima bolletta, un cellulare intestato al Comune. Era consigliere regionale già da un anno, era rimasto in carica per altri sei mesi lasciando il testimone a Salvatore Del Prete il 12 ottobre del 2005. Nel frattempo, l’utenza aveva anche cambiato numero, ma era rimasta sempre in uso a lui e alla moglie: nell’interrogatorio durato tre ore, Brancaccio aveva spiegato che gli oltre cinquemila euro di telefonate era stata in parte ristornate all’amministrazione. Un secondo arresto per corruzione (insieme ad un maresciallo dei carabinieri di Castello di Cisterna) scatta a carico di Brancaccio quando il Tribunale del Riesame aveva deciso la libertà per la prima ordinanza. Poi, a scarcerarlo, sarà lo stesso gip.
Il Mattino (BIAGIO SALVATI )
E sotto il Campanile cambiano le alleanze
E nel partito di Mastella? Tutti contenti del formidabile acquisto, ma con qualche preoccupazione qua e là. C’è infatti chi ha già fatto asse con il prossimo consigliere regionale Udeur e chi si mantiene cauto e persino chi candidamente confessa di non saperne nulla. «Ritengo che Brancaccio sia un politico valido che ha fatto molto per il nostro territorio, ma preferisco non aggiungere altro – afferma ad esempio Paolo Santulli – in quanto ancora non sono stato messo al corrente dal partito del passaggio del consigliere regionale nell’Udeur, anche perché, al momento, sono fuori sede». Il segretario del Campanile di Terra di Lavoro, Nicola Ferraro è stato sicuramente uno degli sponsor dell’operazione. E tutti lo danno soddisfatto della conclusione che ha attivamente propiziato. Nicola Caputo, che dell’Udeur casertano è presidente (la distribuzione delle cariche venne all’ultimo congresso dopo momenti di acuta tensione), dichiara tutto il suo apprezzamento per la new entry «che sicuramente rafforzerà l’Udeur in maniera notevole, vista la sua esperienza e la sua storia ventennale nelle istituzioni». E si augura pure che le disavventure giudiziarie che hanno coinvolto l’ex leader dei ds «possano presto essere chiarite e superate». Stessi toni per Adriano Telese, sindaco di Santa Maria a Vico e uno dei due vicesegretari provinciali del partito. «L’arrivo del consigliere regionale Brancaccio arricchisce – dice Telese – il partito e per quanto gli è capitato abbiamo fiducia nella magistratura e nell’estraneità ai fatti contestategli». Per il momento, e a scanso di equivoci, Angelo Brancaccio fa sapere che non aspira a occupare ruoli di vertice nel Campanile e che vuole unicamente essere messo in grado di fare il suo lavoro in consiglio.
Il Mattino