ORTA DI ATELLA. Dalle pagine di Pupia Tv, a metà dello scorso maggio, ho rivolto, come presidente ad interim dellassociazione Ambiente e Vita di Aversa, ai cittadini dellAgro atellano ed aversano un appello sullallarme puzza.
Nelle intenzioni mie e quelle dellassociazione cera la volontà di quantificare quante persone, abitanti nelle fasce territoriali degli Agri indicati, erano colpiti dalla ricaduta degli odorigeni(puzza) provenienti da Orta di Atella. Purtroppo, le segnalazioni sono state molto scarse e provenienti solo da Orta, perciò è diventato impossibile a livello di associazione coordinare unazione di protesta che potesse coinvolgere anche cittadini dei comuni limitrofi.
Comunque, tenuto conto che durante il blocco delle attività dellimpianto Eurocompost (dora in poi E.C.) imposto dallex sindaco di Orta di Atella, le puzze sono scomparse dalla zona, è doveroso comunicare le mie personali considerazioni sul problema, nella speranza che esse possano essere utili ai cittadini di Orta.
Come già accennato, le segnalazioni sono pervenute principalmente dai residenti di Orta di Atella e specie da quelli di Via Gandhi; sulla mappa allegata (all. n. 1) sono indicati i punti coinvolti dalla puzza e la sede dellE.C. : si osserva subito che essa dista meno di 1000 metri dallabitato, specie via Gandhi. Minore distanza si misura verso nord dove si incrocia lasse mediano Nola-Villa Literno. Questa distanza è nettamente inferiore a quella minima di rispetto che viene richiesta nella Regione Lombardia (rif. 1).
Ragionando sulle segnalazioni ricevute, su quelle raccolte personalmente e quelle ricavate dal sito di Pupia Tv, si può dedurre che le puzze si possono dividere in due o tre categorie sia per le diverse caratteristiche olfattive sia perle ore in cui si percepiscono, ovvero:
a) Tipica di materiale organico in decomposizione, in genere si presenta dalla tarda serata fino al mattino presto: diffonde sullarea attorno allimpianto ed in caso di vento propizio raggiunge i paesi a nord, nord-ovest (Gricignano, Carinaro, Teverola, Aversa) o a sud (Caivano, etc.)
b) Laltra è quella tipica che si riscontra nella zona urbanizzata di Orta e Succivo in cui, una volta diffusasi nelle strade, si mescola alle emissioni urbane edurante il giorno ristagna per ore.
Ora la prima tipologia è collegabile alle operazioni di smaltimento e rilascio in atmosfera dei prodotti gassosi dovuti al processo di fermentazione controllata delle materie prime, la seconda è attribuibile alle operazioni di movimentazione delle materie prime e dei prodotti che avvengono durante il giorno.
Per cercare di capire cosa succede è necessario entrare più nello specifico del processo produttivo. Limpianto dellE.C. funziona adottando un ciclo lavorativo discontinuo che probabilmente ha il seguente sviluppo: La materia prima viene portata nellazienda con camion e scaricata nella zona A; si sposta la materia prima immagazzinata nella zona stoccaggio (A) allinterno del capannone (B); la si distribuisce nelle vasche, precedentemente svuotate del prodotto già pronto, e si inizia loperazione di fermentazione controllata immettendo aria compressa alla base delle vasche; durante la fermentazione e nel rimescolamento della sostanza trattata si sviluppano gas e vapori che vanni estratti e fatti confluire nello Scrubber (C), in esso cade dallalto dellacqua chimicamente trattata che dovrebbe e potrebbe assorbire gli odori in modo da far uscire in atmosfera laria pulita! finita la fermentazione (operazione che richiede come minimo 57 giorni) si raccoglie il prodotto (Compost) e lo si confeziona per la commercializzazione (F).
Il processo è banale, però tutte le operazioni sono delicate e richiedono rigorosi controlli:
a) dei parametri chimico fisici di processo, parametri tipici di ciascuna categoria di umido da trattare;
b) dei flussi di arie usata per la fermentazione, del grado di depressione e della perfetta tenuta allaria delle varie costruzioni dello stabilimento.
Come già più volte accennato nei miei commenti su Pupia Tv e nella relazione prodotta dal Legambiente di Succivo, ho la netta convinzione che lE.C. non rispetti le norme di contenimento ed abbattimento degli Odorigeni provenienti dagli impianti di Compostaggio. Una prima osservazione va fatta proprio su questo punto: lE.C. era stata progettata, autorizzata e costruita per trasformare le deiezioni avicole in un ammendante minerale a base di Potassio, ovvero la Pollina; Pollina che forse non è stata mai prodotta poiché lE.C. ha sempre lavorato come un vero e proprio impianto di compostaggio e, non tanto per la produzione di Compost da usare in agricoltura, bensì solo per trattare materiali organici umidi di varia natura. Tale cambio di Destinazione dUso ha dato subito origine a difficoltà di gestione degli odorigeni prodotti, specie se le materie prime trattate sono state e sono di diverso tipo (rif 1,2).
Sicuramente, tenuto conto dellimpatto sullambiente, limpianto nella sua globalità, le apparecchiature per il controllo ed il trattamento degli aeriformi non sono mai state adatte ad affrontare e risolvere le problematiche relative allimpatto ambientale sul territorio; non a caso nel perimetro interno dello stabilimento trova collocazione una stazione meteorologica: essa permette ai responsabili dellimpianto di aspettare linstaurasi della inversione termica dellaria al di sopra dellimpiantoper scaricare in atmosfera le sostanzeodorigene emesse dalle masse in fermentazione. Questo tipo di tecnica trova ampia applicazione nelle zone in cuinon cè necessità di abbattere gli odorigeni (ad es. per impianti molto lontani dai nuclei abitati). Ora il punto è proprio questo: se le materie in trattamento devono riposare di notte, perché la puzza si diffonde sempre di notte? Non solo, ma se si stanno estraendo dal capannone le sostanze emesse dalla materia prima in decomposizione, perché non si riscontrano gli effetti del funzionamento di biofiltri che sicuramente tratterrebbero i cattivi odori? Infatti, i biofiltri vanno scelti e tarati in relazione agli odorigeni che si sviluppano dalle sostanze trattate; ovvero da ciascuna tipologia di sostanza trattata fuoriescono vapori tipici e caratteristici e per ciascuno di essi deve essere adoperato un bio-filtro specifico (rif. 3). Tali circostanze spiegherebbero le puzze notturne.
Per quelle diurne occorre precisare che tutte le operazioni di movimentazione delle materie prime dovrebbero essere effettuate in un luogo confinato, nellE.C. però si vedono i lati delle zone di spostamento aperti e ciò spiegherebbe una parte delle puzze; non solo ma il capannone in cui ci sono le vasche di trattamento (punto B, foto 2) dovrebbe funzionare in depressione, però evidentemente ciò non accade.
Si sa che lE.C. è uno dei pochi impianti di compostaggio che esiste in Campania ed il suo funzionamento ha unenorme importanza strategica: non a caso le Ordinanze del Sindaco di Orta di Atella e le proteste dei cittadini non sortiscono effetti. Nel leggere le motivazioni della sentenza del TAR Campania, che ha accolto il ricorso dellE.C. contro il fermo impianto imposto dal Sindaco di Orta, non si riesce a capire il perché ci si sofferma, tra laltro, a semplici considerazioni odorigene e non si applicano quei criteri tecnici e scientifici che già da tempo vengono imposti e seguiti per la progettazione e gestione degli impianti di compostaggio. Le leggi che regolano le immissioni in atmosfera, rimandano la materia alle Regioni, ora però il fatto che la Regione Campania non abbia ancora affrontato e normato sul problema impianti di compostaggio, non fa comprendere perché, visto il pesante impatto sui cittadini di Orta, non si possanoapplicare allimpianto dellE.C. le linee guida già operanti altrove: il diritto alla salute ed al benessere e in relazione ai confini regionali? Le linee-guida citate permetterebbero di valutare se esistono o no delle condizioni di incompatibilità tra la presenza e la attività dellE.C. ed il territorio in cui esso opera.
Sicuramente ci sono state e ci sono delle responsabilità da parte delle istituzioni e dellE.C.: credo che per le attività di compostaggio siano necessarie delle autorizzazioni sicuramente differenti da quelle per la trasformazione del guano dei polli in Pollina: pare che le istituzioni non riescano ad entrare nel merito delle problematiche , intanto sorgono ancora intere zone residenziali nella zona dellE.C. . Tra laltro da poco tempo si notano, dalle immagini che si osservano dal sito web dellE.C. , altre apparecchiature montate nella zona Nord della sede dello stabilimento (punto G); a prima vista pare che sia stata montata una seconda linea di produzione (Soc. Scolari), forse a ciclo continuo che permette al prodotto finito di rientrare nel capannone principale per esser trattato ed imballato (F).
A questo punto mi chiedo: i potenziamenti impiantistici si fanno, ma perché non si potenziano anche i sistemi per abbattere gli odorigeni ?
Ing. ENZO FUMO
Bibliografia: 1) Regione Lombardia Delibera Giunta Regionale 16/04/2003 N° 7/12764 : Linee guida relative alla costruzione ed allesercizio degli impianti di produzione di compost; 2) Enea 8/2001, Capitolo sulla Attività: Tecnologie emergenti e gestione odori nel Compostaggio; 3) Enzo Favonio, 2000: Gli odori negli impianti di compostaggio: la prevenzione e la gestione del problema.
Mappa 1 – Distanza tra Eurocompost ed inizio via Gandhi = circa 700 metri
Mappa 2 – Distanza tra Eurocompost ed inizio via Vanvitelli = circa 1.200 metri
Mappa3 – il territorio circostante
Mappa4 – Capannone Eurocompost