“Piove” nella chiesa dell’Annunziata

di Antonio Arduino

ombrelloAVERSA. In chiesa con l’ombrello. Succede ai fedeli che partecipano alle celebrazioni nella chiesa dell’Annunziata. Dove, quando piove, per accostarsi all’altare e prendere la comunione dovrebbero aprire l’ombrello.

Il condizionale è d’obbligo perché basta spostarsi dal centro dell’altare su uno dei lati per evitare la pioggia e non aprire l’ombrello. Resta però il fatto che piove in chiesa perché dal lucernario sovrastante la cupola cade acqua, quasi che quel lucernario non ci fosse. Considerando che la chiesa fa parte del complesso della Real Casa Santa dell’Annunziata edificato tra il XIV e XV secolo probabilmente non è strano che dal lucernario filtri dell’acqua. Ma non dovrebbe accadere dato che l’edificio è stato oggetto di un intervento di ristrutturazione, costato alla cittadinanza oltre un milione di euro, durato oltre un anno e mezzo e portato a termine a fine dicembre del 2005. Solo tre anni fa! L’opera, come si legge volume “La città che cambia”, distribuito nel maggio del 2007 dall’Amministrazione comunale – proprietaria di chiesa arco e campanile- per evidenziare le realizzazioni della giunta, era finalizzata al rifacimento del tetto di copertura dell’intera navata e al consolidamento statico della volta , seriamente compromessa a causa del crollo del tetto di copertura dovuto alle piogge. Cosa che aveva reso d’obbligo chiudere la chiesa al culto. Ebbene i lavori sono stati effettuati ma in chiesa ancora piove dal tetto, o più esattamente dal lucernaio sovrastante la cupola. Lavori mal fatti? “No, i lavori sono stati eseguiti alla perfezione, ma il problema – racconta uno dei fedeli che li ha seguiti passo dopo passo – è legato al fatto che il progetto realizzato dall’Amministrazione non ha compreso la ristrutturazione della cupola con annesso lucernario, né quella del tetto della sagrestia”. “Cosicché – continua – le infiltrazioni preesistenti non sono state eliminate, aggravandosi nei tre anni trascorsi dal termine dei lavori, al punto che mentre il tetto della sagrestia è addirittura crollato in chiesa ha ripreso a piovere subito dopo la riapertura al culto”. Un dato, quest’ultimo, che segnalammo da queste colonne immediatamente ma senza successo. Considerando che sono trascorsi tre anni dalla segnalazione e che la situazione è diventata più grave corre l’obbligo di risegnalare il problema a Sindaco e giunta perché chi propone l’immagine di Aversa come quella di una città d’arte non può ma, forse, è meglio dire non potrebbe, restare insensibile a questo problema che mina la struttura di uno dei monumenti più antichi e preziosi della città che, addirittura, è usato in ogni occasione come etichetta di Aversa. A meno che non si tratti di un simbolo senza valore.

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