ORTA DI ATELLA. Salvatore Sorvillo, commissario del circolo cittadino di Alleanza Nazionale, lo scorso 14 ottobre aveva protocollato presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere una relazione di parte sullo stato dei luoghi e sul ciclo produttivo della ditta Eurocompost.
Successivamente, lo scorso 23 gennaio, produceva una relazione integrativa evidenziando illegittimità circa i titoli abilitativi e la struttura. Ciò nonostante per il 19 febbraio è stata fissata presso la Regione Campania la conferenza dei servizi per il rinnovo dellimmissione in atmosfera, con lazienda autorizzata per 125 giorni a smaltire il materiale in carico.
A questo punto, Sorvillo ha inviato una lettera alla Procura, al Prefetto e al comandante del Noe dei Carabinieri, chiedendosi: Come mai una ditta che, come già è stato accertato dallArpac Caserta, non possiede un sistema di monitoraggio dellabbattimento degli odori, quindi un sistema che garantisca il suo funzionamento durante il ciclo produttivo, non viene posta prima sotto sequestro preventivo e nel caso si adegui venga permesso di riprendere lattività produttiva? Come mai una ditta che dalla classificazione di industria insalubre risalente al 1999, ha variato il suo sistema di produzione ampliando lattività, non debba rifare la sua documentazione ed adeguare la classificazione alla nuova natura dellinsediamento? (dal 1999 oggi ha lavorato con classificazione inadeguata). Come mai una ditta che tratta compost non deve avere un impianto di raccolta delle prime piogge (i liquami e liquidi provenienti dallo scarico del materiali e nellarea di arrivo)? Come mai si è provveduto a sequestrare manufatti con la presunzione che gli stessi siano in contrasto con il Prg ovvero ricadenti in zona di lottizzazione o aree industriali con la presunzione di abuso edilizio ed un attività industriale in zona agricola non viene posta sotto sequestro (le concessioni sono in netto contrasto con la destinazione duso della zona)? Ora si autorizza per 125 giorni lo smaltimento dei materiali stoccati. Non sarebbe stato lecito e in conformità alle leggi ed al buon senso autorizzare la ditta a trasferire in altro sito adeguato le quantità in giacenza? Quando ero tecnico incaricato dal comune per i sopralluoghi edilizi emisi unordinanza di abbattimento di alcuni manufatti ed opere abusive, commesse nel sito interessato, tra cui un impianto fognario in zona agricola. Sembra logico, ritornando al discorso delle prime piogge, che la ditta smaltisca i liquidi non come rifiuto ma come semplice liquame. Anche lautorizzazione sanitaria che fu rilasciata a suo tempo con la prescrizione che nel caso di variazioni strutturali o ampliamento dellattività il titolare doveva dotarsi di una nuova autorizzazione sanitaria, anche perchè sembra evidente che al momento del suo rilascio gli uffici non esistevano e la struttura era di gran lunga molto più piccola. Ma lAsl competente per territorio che fa? conclude Sorvillo – Ma la Regione e la Provincia che fanno?.