Minichino (Pdl) crede in una “Orta diversa”

di Redazione

Stefano MinichinoORTA DI ATELLA. “E’ inalienabile il sentimento di appartenenza per la propria terra, irrinunciabile è il diritto a difenderla, il diritto di ‘sentirsi a casa’, sempre,anche quando fuori è maceria”.

Lo afferma Stefano Minichino, candidato alle comunali nella lista del Pdl guidata da Domenico Damiano. “Guardare appesantisce il cuore, ma è il necessario vettore che spinge alla consapevolezza. Parlare, ascoltare, agire, comprendere l’incredulo ma reale, forse, questo può lenire la ferita: Umanizzare, non burocratizzare. Umanizzare quando fuori è cemento senza speranza e le buste paga sono carta straccia, umanizzare quando i pochi cominciano a parlare e la vita diventa sopravvivenza, umanizzare quando vige la legge del più forte e quando la prostituzione, la corruzione, lo scempio ambientale diventa la normalità. Cambiare si può, si può riassumere la vergogna di non aver guardato prima, si può digerire perfino lo schifo eccedente, quando ‘vuoi bene’ al tuo paese e capisci che presto sarà il nido dei tuoi figli e dei tuoi nipoti, se come fuggiaschi, non saranno scappati da lì, da quel paese delle ‘fabulae atellanae’ che vorresti fosse reale, che si presente ai tuoi occhi malato, attraversato dal cancro di quelle strutture progettate a ‘misura di bambino’, cucite, invece, addosso a manichini e plasmati sul disvalore dell’illegalità. L’erba dei parchi, i libri di una biblioteca, la bicicletta di una pista ciclabile, la palla di un palazzetto dello sport, le maschere di un teatro, la musica popolare, e ancora i palazzi storici, non è fantascienza. Ricominciare legalizzando, cambiare si può. Io ci credo”.

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