Lucariello e i Kosanost al “Legal Lab Parete”

di Redazione

LucarielloPARETE. Il primo festival musicale per la Legalità si terrà il prossimo 6 settembre, alle ore 21, presso la scuola elementare ‘Don Milani’, in via Forno, a Parete: ‘Legal Lab Parete – Tu da che parte stai?’.

La manifestazione vedrà sul palco l’artista napoletano Lucariello, autore del brano ‘Cappotto di legno’, e il trio rap Kosanost, ugualmente impegnati sul fronte anticamorra. Lo spettacolo è promosso e patrocinato dal Comune di Parete, per confermare come sempre più spesso accade che arte e giustizia vanno a braccetto; per parlare ai giovani di Legalità, con un linguaggio e una modalità a loro più familiari; per raccontare alle generazioni cui apparterrà il prossimo futuro come comprendere e contrastare la criminalità organizzata.

KosanostLa scuola elementare ‘Don Milani’ sarà lo scenario di Legal Lab Parete, perché è il terreno adatto per parlare di legalità: è la prima Istituzione con cui ci confrontiamo. Il primo volto che lo Stato assume è quello dei nostri maestri e insegnanti, anche loro, non solo gli studenti, devono rispettare regole precise legate alla disciplina scolastica. A scuola, ciascuno comprende di avere diritti e doveri, e impara a rispettare la libertà degli altri. La Legalità non è soltanto una premessa culturale indispensabile, ma anche un sostegno operativo quotidiano, poiché solo se l’azione di lotta sarà radicata saldamente nelle coscienze e nella cultura dei giovani, potrà acquisire caratteristiche di duratura efficienza e di programmata risposta all’incalzare del fenomeno criminale. Con “Legal Lab Parete” si intende, difatti, dare vita a una vera e propria rassegna artistica che proseguirà nei prossimi anni, perché il riscatto di questa terra dipende in larga misura dai giovani, da quelle persone le cui menti non sono ancora affette da rassegnazione e sottomissione.

“La legalità non ha colore politico. – dichiara il sindaco del Comune in provincia di Caserta, Luigi Aurelio Ennio VerrengiaÈ un diritto fondamentale dei cittadini, e chiunque è al governo di una comunità sa che tutelarne il rispetto è un suo compito e dovere. È perciò necessario assicurare: condizioni di vita migliori; scolarizzazione e inserimento lavorativo; solidarietà per chi rispetta la legge e le regole di convivenza civile; per chi minaccia il diritto alla sicurezza e alla legalità dei cittadini, per chi ruba alla società quel bene prezioso che è la serenità, solo severità e fermezza”.

“L’evento è stato organizzato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale, con un contributo fattivo dell’assessorato alla Pubblica Istruzione e di quello alla Cultura, a testimonianza della volontà e dell’impegno di tutti i consiglieri. – aggiunge il presidente del Consiglio dell’assise di Parete, Marco MonacoIl nostro impegno non è semplicemente contrastare la camorra, una posizione spesso ribadita in tanti ripetitivi convegni; noi vogliamo riconoscere ed interpretare le radici culturali di questo temibile fenomeno e lo facciamo con la prima edizione di Legal Lab Parete, ovvero attraverso spaccati di vita vissuta e testimonianze, filtrate dai profondi e condivisibili testi musicali degli artisti di quest’anno”.

“Il sentimento anticamorra ha sempre avuto un andamento incostante e rimbomba solamente all’indomani di tremende stragi o di omicidi eccellenti – commenta Lucariello, anche voce del gruppo partenopeo Almamegretta -, dovrebbe piuttosto essere il collante quotidiano di una comunità che ritiene la legalità, l’integrità morale e il rispetto per la legge e per lo Stato valori imprescindibili e soprattutto non barattabili di fronte ad alcuna clientela di tipo camorristico o di qualsiasi altra natura”.

“Quando un giovane napoletano o casertano vuole dare un giudizio sulla legalità, quindi, sulla camorra, in una maniera o nell’altra, dà un giudizio anche su se stesso – sostengono i Kosanost -, sulla sua maniera di stare insieme agli altri, perché è il nostro popolo che ha creato e si è sottomesso alla camorra. È un meccanismo perverso: siamo un popolo che si è fatto schiavo di se stesso, però ognuno pensa per sé, nella migliore delle ipotesi ci aspettiamo che lo Stato arresti tutti i boss, come se non fossimo a conoscenza del retroterra di degrado culturale e sociale nel quale sono incubati i prossimi che verranno”.

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