Orabona: “I ruoli dirigenziali al Comune vanno agli aversani”

di Redazione

Isidoro Orabona AVERSA. Il momento particolarmente delicato che la politica aversana sta attraversando induce ad una riflessione che sia in grado di spaziare a trecentosessanta gradi per individuare i punti deboli ed ovviarvi nella maniera più concreta.

Con tale premessa, dunque, diventa obbligo considerare anche il ruolo dei sei dirigenti, escludendo dal conteggio l’ingegner Alfredo Golia a riposo per limiti di età, che il Comune di Aversa annovera all’interno del proprio organico.

«Due dei citati funzionari – dichiara Isidoro Orabona – risultano essere vincitori di concorsi, uno, invece, è stato trasferito per mobilità, mentre i restanti hanno un incarico a tempo determinato. Quel che, tuttavia, intensifica la riflessione su queste cariche comunali è la residenza di soli due dei sei dirigenti nella città di Aversa. Come può chi non conosce la realtà quotidiana della città risolvere i problemi che l’attanagliano da ormai troppi anni? Ogni società, che si tratti di macro o micro, vive di proprie regole, ha problemi specifici, soluzioni adatte per la risoluzione di tali problemi. Ha un proprio corso che le consente di vivere e sopravvivere e del quale tutti fanno parte, soprattutto, i singoli cittadini e le loro famiglie che contribuiscono ad alimentare il normale scorrere delle cose e favoriscono la crescita. Affidare, dunque, ruoli dirigenziali a chi non è parte del microcosmo societario della vita aversana rischia di far incorrere in errori cui difficilmente si potrà porre rimedio».

«Pertanto – prosegue Orabona – è utile riconsiderare il ruolo dei dirigenti comunali, ma soprattutto la loro provenienza, puntando su un sistema differente ed in grado, soprattutto, di portare giovamento alla città di Aversa. Ogni sindaco eletto dovrebbe adottare lo Spoils System, nominando, per la durata del proprio mandato, dirigenti di fiducia che conoscano il programma elettorale del primo cittadino, ma che siano pienamente addentrati nelle problematiche e nella realtà cittadina, come accade proprio per gli assessori».

Il dirigente comunale, secondo Orabona, dovrà avere, inoltre, un proprio equilibrio politico: «Occorre neutralizzare il pericolo tanto di un eccesso di autonomia quanto di un eccesso di subordinazione politica del dirigente. Il rapporto fra gli organi di governo e l’amministrazione non deve essere «né di totale immedesimazione, né di totale indipendenza». Immedesimazione ed indipendenza dovranno essere equilibratamente collegate e tenute ad attuarne l’indirizzo politico-amministrativo».

«A mio giudizio – conclude – farebbe bene il sindaco a nominare dirigenti di propria fiducia e a non cedere alle lusinghe dei partiti, o meglio dei segretari di partito, che come “giocatori di cavalli” spartiscono la vincita delle puntate in società. In un paese “civile” ben vengano i concorsi liberi seri e scevri da condizionamenti politici. Dalle nostre parti, purtroppo, però la civiltà concorsuale non è ancora arrivata».

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