Le opere di Bova al Museo Arte Contemporanea Casertana

di Redazione

Un'opera di Raffaele BovaAVERSA. Fino a pochissimo tempo fa il movimento artistico contemporaneo del casertano si esprimeva facendo piccoli passi, coprendo brevi superfici, …

… all’interno di collezioni e mostre volte a raccontare “altro”, mostre che, spesso, di attinenza con opere d’impronta contemporanea ne avevano veramente poca. Silente era il bisogno di concretizzare un luogo- finora solo astratto e quindi mentale- dove in piena libertà e diritto si potessero raccogliere ed accogliere le opere di cui parlo; un luogo diverso dal comune ma che, come una sorta di paradosso, potesse essere radicato nella comunità- alla quale l’arte ha come fine ultimo di giungere-; un luogo che potesse essere inteso come il tempio del linguaggio artistico contemporaneo.

Sintesi del tutto: c’era il bisogno di un Museo dell’Arte Contemporanea Casertana. Parecchie persone erano favorevoli alla realizzazione di un simile progetto, qualcuno l’ha fortemente voluto e nel sublime Real Belvedere di San Leucio si è individuato il luogo ideale dove recarsi per gustare appieno le opere d’arte di quel territorio. Chi si è trovato almeno una volta in quel posto capisce quanto, adesso, le mie parole ne sminuiscano l’estrema bellezza. Una costruzione che vive in una incredibile surrealtà… ha di fronte a sé l’immagine dell’ immenso e nelle giornate terse, all’ ora del tramonto, si ha l’impressione che quel confondersi lontano, all’ orizzonte, quel misto di cielo e terra, sia il mare, questo perché reca alla memoria un moto armonico che riesce ad entrare in completa sintonia con ciò che più intimamente riguarda i nostro essere. Una premessa visiva così è un privilegio per chi va a visitare una mostra d’ arte. L’ animo viene preparato alle morfologiche e coloristiche metafore di cui sono piene le opere che arricchiscono il museo. Entrando nello spazio espositivo ci si trova di fronte un percorso rettilineo del quale non riusciamo ad individuare – neppure sbirciando – le diverse tappe; c’è il bisogno di attraversarlo tutto per poter raggiungere la meta e capire qual è l’anello di congiunzione tra tutte le opere che ci vengono proposte.

Un’ombra d’ironia caratterizza il lavoro di ciascun artista. L’occhio è sottoposo ad una varietà di colori ed immagini dal forte senso evocativo; ci si stupisce nel rendersi conto di quanto attuali possono essere opere come quella – ad esempio – dell’aversano Raffaele Bova.

Si parla di un’installazione posta pressappoco alla metà del percorso che si sta compiendo, impossibile che passi inosservata, questa irrompe nello spazio proprio dello spettatore il quale si trova di fronte ad una “anomalia direzionale”, obbligato, cioè, a modificare quel ritmo lineare che fino a quel momento gli era bastato per la comprensione di tutte le altre opere. Nonostante il fatto che la maggior parte delle opere esposte appartenga agli anni ’70, il messaggio che da esse traspare è quanto mai azzeccato al periodo che il popolo italiano sta vivendo.

Gli artisti tutti si avvalgono delle sfumature scherzose dell’arte… una specie di gioco che ha in sé, però, una imponente verità spesso, purtroppo, amara e triste. Questa è, d’altronde, la radice che dà vita alle più svariate diramazioni che l’arte contemporanea ha originato e che continua ad originare; è la voce che cerca un nuovo modo per manifestarsi: lo fa qui con segni grafici come quelli neri, indelebili della china; lo fa con una speciale costruzione “microlitica” dal levigato candore. Tante sono le opere ed altrettanti gli artisti che si sono riuniti per dare inizio e portare avanti degli interessi che si proiettano su infiniti fronti…sotto immensi e magnifici cieli.

Il giorno dell’inaugurazione di questo museo segna con orgoglio l’appartenenza ad una cultura, a tradizioni che nascono da trascorsi storici di fondamentale importanza per l’Italia intera; tradizioni che si aprono a novità date dai giovani che sempre di più se ne appassionano. Ed è a loro che questa iniziativa volge lo sguardo: museo non più come vetrina fredda e distaccata, ma come luogo di trasformazione, di scambio, di comunicazione…passione artistica ed impegno sociale si compenetrano creando le basi per un’ arte che abbia sì un carattere territoriale, ma che sappia ben farsi apprezzare dalle molteplici e diversissime personalità che contraddistinguono l’essere umano, che sia in grado di dare forma alle meraviglie che lo caratterizzano…far vedere all’occhio la varietà di sfumature coloristiche che sono proprie dell’anima.

Inviato da Alessandra Moscatiello

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