“Costruiamo la Legalità”, il giudice De Lucia a Santa Maria a Vico

di Redazione

da sin. Gaglione, De Lucia e NardiSANTA MARIA A VICO. La massiccia presenza di pubblico, venerdì scorso nell’aula magna dell’istituto ‘Giovanni XXIII’, ha dimostrato che la città di Santa Maria a Vico non è indifferente a quanto accaduto, nel corso dei mesi scorsi, ai danni della scuola media.

Ha reagito la cittadinanza santamariana che si è vista colpita più volte da mano senza scrupoli, nel cuore dell’istituzione simbolo della società civile: la scuola. Ha reagito portando fuori il proprio sdegno. Ed è così che associazioni, circoli cittadini, partiti ma anche molti semplici cittadini hanno unito le proprie forze realizzando fondanto il Forum delle associazioni e organizzando il convegno dal tema: “Costruiamo la Legalità”.

L’ospite d’onore, invece, è stato Maurizio De Lucia, magistrato simbolo della lotta alla criminalità organizzata mafiosa che del racket delle estorsioni ha fondato la propria ricchezza. Il giudice De Lucia, le cui origini sono vicane, è stato per dieci anni sostituto procuratore presso la Dda di Palermo, oggi sostituto procuratore presso la Dda Nazionale di Roma. La sua presenza, fortemente voluta dai compagni di scuola, tutti ex allievi della scuola media in questione, è stata la testimonianza tangibile che combattere l’illegalità è possibile. Le sue indagini più importanti, dal suo arrivo a Palermo nel 1992 fino al suo trasferimento nella capitale, la toga santamariana le racconta in un libro ‘Il cappio’ che De Lucia ha scritto a quattro mani con il giornalista di Repubblica, Enrico Bellavia e presentato nel corso della manifestazione di venerdì scorso.

La preside dell’istituto, Rosa Gaglione, che ha aperto i lavori moderati dalla giornalista Francesca Nardi, si è soffermata sul ruolo che la scuola ha quale luogo deputato all’educazione alla legalità e di come il bullismo sia l’anticamera a quello che un giorno potrebbe trasformarsi in ‘camorrista’ o ‘mafioso’. E’ stato invece un alunno di una classe presente nell’aula magna, in rappresentanza di tutta la scuola, a ripercorrere il viaggio del giudice che da Napoli si è portato per le regioni del sud Italia per la scelta della sede di lavoro, fino a fermarsi nel capoluogo siciliano. Emozionato dai ricordi adolescenziali, che hanno visto il magistrato De Lucia alunno della classe III A dell’istituto Giovanni XXIII, il magistrato vicano si è rivolto a tutti i presenti ponendo più volte l’accento sul fatto che la criminalità trova terreno fertile laddove lo sviluppo langue.

 “Uno degli strumenti principali della lotta all’illegalità è la scuola. – ha spiegato De Lucia – Ammiro i docenti che si ritrovano a lavorare in situazioni difficili. Questo libro ci aiuta a capire che il camorrista è un bullo più grande e va isolato”. Quanto alla lotta al racket: “Se le persone minacciate stanno insieme si apre il riscatto e il riscatto è qualcosa che tutti noi ci meritiamo non solo la Sicilia. Dove c’è omertà c’è mafia e per sconfiggere la mafia bisogna uscire dall’omertà e denunciare”.

Puntuali e precise le domande degli alunni. Tra queste quelle di un bambino che chiedeva al giudice De Lucia se volesse essere il sindaco di Santa Maria a Vico. Divertito il magistrato ha risposto che ciascuno svolge il proprio ruolo e che il suo di certo non è quello politico. Toccante la testimonianza del commerciante Paolo Gioia, vittima di un attentato negli anni ’90. Interventi anche dal pubblico presente che hanno interrogato il magistrato su fenomeni inerenti la legalità.

Tra il pubblico anche il sub commissario del comune vicano, dottoressa Fedele, il comandante dei vigili urbani, Franco Tocco, e una pattuglia della Polizia di Stato.

inviato da Teresa Gentile

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