Università in Terra di Lavoro, intervista al preside Di Natale

di Redazione
Michele Di NataleAVERSA. Entusiasmo,
fiducia nei giovani e nuova mentalità imprenditoriale. Questo è il segreto di
Michele Di Natale, preside della Facoltà di Ingegneria della Sun,…


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… convinto che
un nuovo modello di sviluppo economico del nuovo millennio debba abbandonare lo
schema del consumismo selvaggio e puntare alla sostenibilità ambientale.

Preside Di Natale, quale futuro vede per lo
sviluppo in Terra di Lavoro?
“In questo momento vedo con amarezza giovani,
seri e preparati, che sono già vecchi e molti
ritengono che la soluzione migliore sia andare via. Scorgo con amarezza aree a
forte valenza ambientale devastate e
degradate ed una politica assente oppure litigiosa e inconcludente che non ha
progetti e idee. Credo si possa fare molto di più, cambiando con coraggio la
rotta”.

Cosa intende per cambiare la rotta? “Occorre far crescere e
sviluppare molto rapidamente una nuova classe di imprenditori giovani, non solo
anagraficamente, sappiano svincolarsi dalla politica della clientela,
sperimentino la logica dell’innovazione e della eccellenza come punto di forza
per sopravvivere alla concorrenza senza regole dei mercati attuali.
Contemporaneamente è necessario però che in Terra di Lavoro si sradichi il
cancro della illegalità diffusa, un male non invincibile, che svuota però ogni
iniziativa dalla possibilità di vincere le sfide. E’ necessario poi che la
classe politica sia diversa e migliore: designata dai cittadini e non dai
partiti, a servizio degli interessi della collettività, distaccati dalle
logiche della clientela elettorale, prestati alla politica e non politici per
mestiere”.

Qualche idea per rilanciare
questo territorio?
“E’ necessario focalizzare l’attenzione su pochi grandi
obiettivi. Faccio qualche esempio: il litorale domitio non può forse diventare
il più grande e più bello dei litorali italiani, capace di far nascere una
grande industria del turismo balneare e culturale? Ci sono idee in merito! Tutta l’area dei Regi Lagni
non può essere risanata dalle gravi ferite ambientali e diventare un territorio
favorevole allo sviluppo di una agricoltura moderna e competitiva, una
zootecnia con prodotti di eccellenza come la famosa mozzarella di bufala? E poi
non si potrebbe ipotizzare la realizzazione di grandi centri di eccellenza
tecnologica collegati ad imprese ed aziende in settori strategici che fanno parte
della tradizione del territorio (l’edilizia, il tessile, il calzaturiero,
l’aerospazio, l’informatica, l’elettronica, le biotecnologie ecc)? Non si
potrebbe puntare alla riqualificazione dei centri urbani e del loro patrimonio
artistico e monumentale incentivando anche nuove tecnologie per l’edilizia ed
il risparmio energetico urbano? E che dire poi delle grandi infrastrutture come
l’aeroporto di Grazzanise attorno al quale far nascere una piattaforma
logistica di livello europeo intersecando i traffici aerei, marittimi e su
ferro attraverso nuove e moderne infrastrutture?”.

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