S.Maria a Vico, due arresti e una denuncia per furto di energia elettrica

di Redazione

contatore_manomessoS.MARIA A VICO. I carabinieri della stazione di Santa Maria a Vico hanno tratto in arresto Bruno De Matteo, 35 anni, e la madre Raffaella Nuzzo, 62, rispettivamente fratello e madre dei germani Andrea e Giovanni De Matteo, attualmente detenuti, …

… il primo perché ritenuto un pluriomicida e il secondo perché trattoin arresto nel luglio 2009 proprio dai Carabinieri di Santa Maria a Vicoper una condanna a più di 4 anni di reclusione; e hanno denunciatoin stato di libertà M.R., 34 anni, anch’ella già nota alle forze dell’ordine. Tutti è tre, a vario titolo, sono ritenutiresponsabili di furto aggravato di energia elettrica ai danni della società Enel.

I carabinieri di Santa Maria a Vico nella serata di lunedì hanno svolto dei controlli in via Figliarini, nel corso dei quali sono state eseguite anche delle perquisizioni con l’ausilio dei cinofili. Durante le perquisizioni i militari hanno notato che, all’interno di un sottoscala dello stabile ove vivono i due soggetti arrestati, vi era un contatore dell’energia elettrica che presentava delle evidenti manomissioni.

Dal controllo di un altro contatore, ubicato però al primo piano, si è potuto costatare che anch’esso appariva alterato e con piombatura difforme. Emergendo chiari indizi della possibilità di trovarsi di fronte a due casi di furto di energia elettrica, i militari hanno fatto intervenire sul posto personale tecnico dell’Enel per approfondire l’accertamento.

Dal sopralluogo dei tecnici è emerso in modo chiaro e inequivocabile che da tempo era in corso un furto aggravato di energia elettrica che alimentava abusivamente sia l’appartamento al primo piano, in uso a Raffaella Nuzzo, che l’appartamento al piano terra, in uso a Bruno De Matteo.

Addirittura il contatore al primo piano dello stabile, di vecchia generazione e con il sigillo di piombo alterato, era stato istallato in modo fittizio e abusivo per tranne in inganno in caso di controlli, poiché la rotella girava, ma il contatore non misurava nulla e non identificava alcun utente: in sostanza era come aver istallato un contatore finto. Il contatore nel sottoscala, invece, presentava semplicemente un cavo elettrico che era stato innestato a monte del misuratore, cosicché la corrente veniva prelevatasenza passare attraverso il contatore.

Ovviamente entrambi gli arrestati non sono stati in grado di esibire alcuna bolletta pagata relativa alla fornitura di energia elettrica; pertanto all’esito degli accertamenti svolti sono stati dichiarati entrambi in arresto per il reato di furto aggravato e trattenuti nelle celle della caserma. Nel vano sottoscala vi era un ulteriore contatore relativo all’utenza intestata a M.R., parente dei due arrestati.

Quell’utenza risultava cessata da tempo per morosità, tuttavia il contatore era stato comunque bypassato per alimentare con la corrente elettrica un altro appartamento, attualmente disabitato. Avendo accertato un ulteriore reato anche la donna, sebbene non vivesse più in quell’appartamento, è stata denunciata in stato di libertà per furto aggravato di energia elettrica in qualità d’intestataria dell’utenza.

Non sono mancati momenti di tensione durante l’esecuzione del servizio, poiché alcune decine di familiari dei due arrestati, resisi conto del fatto che due di loro verosimilmente sarebbero stati portati via dai Carabinieri, sono accorsi sul posto in pochi minuti. Mentre alcuni di loro hanno inscenato il tipico teatrino napoletano con pianti, urla e strepiti, altri hanno iniziato ad alterarsi e a comportarsi in modo minaccioso ed aggressivo, al fine di incutere timore nei militari o distrarli e sottrarre i loro parenti all’arresto; tuttavia sono stati tenuti a bada con fermezza e determinazione dai carabinieri della stazione, a dimostrazione del fatto che nessuno può delinquere impunemente e ritenersi intoccabile o irraggiungibile.

Nella mattinata di mercoledì, presso il Tribunale di Marcianise, si è svolta l’udienza nel corso della quale l’arresto è stato convalidato ed entrambi gli arrestati sono stati rimessi in libertà in attesa di giudizio.

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