“Decreto Santulli”: professori di ginnastica diventano Fisioterapisti

di Nicola Rosselli

Paolo SantulliAVERSA. Ci sono voluti quattro anni, ma, alla fine, Paolo Santulli, allora deputato, ha visto finalmente attuare la propria iniziativa di vedere equiparati i professori di ginnastica ai fisioterapisti.

Sembrava fatta già nel 2005, dopo l’emanazione del decreto legge 250 e soprattutto dopo la Legge 3/2/2006 n. 27, sollecitati dalla IV Commissione della Camera dei Deputati, con in testa Santulli, già primo firmatario e promotore della legge omonima di equipollenza n. 136 del 18/6/2002. La normativa doveva entrare in vigore 90 giorni dopo l’approvazione, ma una serie di interferenze “accademiche” ne ha bloccato l’iter.

“Oggi, dopo una sentenza del Consiglio di Stato il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di concerto con il Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali, hanno adottato il Decreto interministeriale che riconosce l’art. 1 septies della Legge 27 del 2006. Il Decreto – è lo stesso Santulli ad illustrarlo – prevede per il conseguimento dell’abilitazione alla professione di fisioterapista per i laureati in Scienze motorie ed equiparati, l’ammissione alle Università, previo il riconoscimento di 60 crediti”.

Nella pratica, il Ministero della Salute, in base al fabbisogno, indicherà alle Università i posti in soprannumero riservati ai Laureati in Scienze Motorie. Al termine del percorso integrativo, gli studenti, parteciperanno all’esame finale presso le facoltà di Medicina e Chirurgia per la valutazione delle competenze pratiche acquisite.

A Paolo Santulli abbiamo anche chiesto quali saranno i tempi di attuazione. “Dipende ancora dalle resistenze degli Atenei, in ogni caso adesso il percorso – ha risposto l’esponente centrista – è irreversibile e sarà quanto mai in discesa. Spero che l’attuazione possa realizzarsi con l’autunno prossimo. In ogni caso si tratta di un successo per una categoria che è stata molto prevaricata, nonostante le competenze, con sbocchi occupazionali consistenti che saranno una risposta anche ai bisogni reali che esistono nel settore”.

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