AVERSA. Caro direttore, per dovere di cronaca, vorrei segnalare un increscioso episodio verificatosi in occasione della splendida due giorni del Fai ad Aversa nellambito delle Giornate di Primavera.
Mi sono recato in visita guidata, alle 19, presso il complesso monumentale di San Francesco. Conclusasi la visita canonica alla chiesa, al piano superiore con le curiose gelosine, ossia le grate utilizzate dalle monache di clausura per assistere alle celebrazioni liturgiche, sotto la guida esperta di Milena Gordon, dovevamo visitare lo scolatoio sotterraneo delle monache, consistente in due file di sedili in pietra con un condotto al centro che portava a degli scoli, utilizzato per far colare i liquidi corporali dopo la morte. Insomma, la vera chicca della visita se si considera che le altre cose, bene o male, erano state già altre volte alla portata di noi aversani.
Ebbene, ci rechiamo verso la scala di accesso allo scolatoio e lingresso ci viene vietato, con cipiglio da condottiero, da due o tre volontari della Protezione Civile comunale che affermavano di non poter far scendere nessuno perché era pericoloso visto che non cera lilluminazione sufficiente (era un sotterraneo dove la luce non cè né di giorno né di notte se non ce la porti). Alle rimostranze mie e di altri, il terzetto quasi si divertiva a vietarci lingresso. Ad una mia richiesta di spiegazioni sul diniego, considerato che eravamo partiti con la visita delle 19, prevista dal programma, mi veniva detto da quello che sembrava il capo, qualificatosi per Ciro Nugnes, che lui aveva la potestà di non farci scendere.
Alla fine, intervenivano alcuni responsabili delle associazioni culturali che avevano partecipato alla buona riuscita della manifestazione e noi ed anche altri numerosi gruppi successivamente scendevamo senza problema alcuno, anzi, più che agevolmente, con unaltra guida che ci forniva anche le spiegazioni del caso.
Con questo non voglio certamente sminuire loperato, utile, anzi utilissimo del nucleo di Protezione Civile comunale, ma ritengo che certi atteggiamentivadano stigmatizzati. Probabilmente al capace ed intelligente Nugnes non sarà parso vero, forte della sua divisa, di vivere i suoi cinque minuti di celebrità. Atteggiamento che non ha vanificato il suo impegno nel volontariato, ma, almeno un po lo ha offuscato.
Anche in quella occasione, assieme ai miei colleghi, ero lì per garantire la sicurezza non certo per cercare visibilità. Con queste parole il capo dei volontari della Protezione civile comunale, Ciro Nugnes, chiarisce lepisodio accaduto. Lo stesso puntualizza: Non cè in me nessuna smania di protagonismo, ho solo cercato di svolgere nel miglior modo possibile il compito affidatomi, vale a dire garantire sicurezza e protezione a tutti i visitatori, facendolo, sottolineo, a titolo completamente gratuito. Nello specifico aggiunge Nugnes ho pensato soprattutto agli anziani che avrebbero potuto avere problemi in quella zona buia e dunque ho disposto che si illuminasse il percorso con delle torce. Infatti, è vero che la visita allo scolatoio è poi avvenuta ma solo dopo che il sottoscritto e i colleghi hanno provveduto a dotarsi di torce per far luce ai visitatori e alla guida.