Il Centro di identificazione per immigrati non si farà a Caserta

di Redazione

Luciano CaiazzaSAN NICOLA LA STRADA. “Il Centro per l’Identificazione ed Espulsione posso assicurare che non verrà costruito sul viale Carlo III nell’area delle cosiddette ex Casermette o Polveriera”.

Ad affermarlo è il segretario nazionale della Cisas-Anas, Luciano Caiazza, già segretario cittadino del Partito Repubblicano.

La notizia “bomba” ha scosso tutta la città di San Nicola La Strada, visto che le “casermette” ricadono proprio sul confine della città con Caserta ed, unitamente a quest’ultima, si era mobilitata affinché fosse scongiurata una simile eventualità che avrebbe dato un colpo mortale alla già disastrata crisi economica che attanaglia la conurbazione di Caserta (area che comprende oltre a Caserta, anche le città di Maddaloni, San Nicola La Strada e San Marco Evangelista).

Ma un colpo mortale lo avrebbe sicuramente inferto anche al centrodestra casertano che, quando era al Governo il centrosinistra di Prodi lo accusava di “affossare” Caserta e la sua provincia.

“La notizia che il Cie non sarà costruito – ha proseguito Caiazza – l’ho appresa direttamente dal Ministero dell’Interno che ha anche sottolineato che si è trattato di una tempesta in un bicchier d’acqua. I tecnici del Ministero avevano fatto il nome di Caserta fra numerosi altri siti della provincia ma mai era stato preso in seria considerazione la sede delle ex casermette perché oggettivamente non aveva i requisiti previsti dalla legge”.

Ricordiamo che i Centri di Identificazione e di Espulsione, così denominati dall’articolo 9 del decreto-legge del 23 maggio 2008, nr. 92, in luogo degli exCentri di permanenza temporanea ed assistenza sono strutture destinate al trattenimento, convalidato dal giudice di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all’espulsione. Previsti dall’art. 14 del D. Lgs n. 286 del 1998, come modificato dall’art. 13 della legge n. 189 del 2002, tali centri si propongono di evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio e di consentire la materiale esecuzione, da parte delle Forze dell’ordine, dei provvedimenti di espulsione emessi nei confronti degli irregolari.

“I requisiti richiesti per tali Centri – tiene a precisare Caiazza – li vedrebbero sorgere lontano dai centri abitati e lontani da beni architettonici. Quindi, Caserta non avrebbe mai potuto accogliere un Cie in quanto il luogo individuato è posto a pochi centinaia di metri dalla Reggia Vanvitelliana di Caserta, patrimonio dell’Unesco, si affaccia sul viale Carlo III, arteria di accesso al centro storico di Caserta e al monumento, insistendo sull’abitato del Comune di San Nicola la Strada. Inoltre – ha aggiunto l’esponente repubblicano – la collocazione della ex Polveriera appare del tutto singolare dal momento che, oltre a non rispettare alcun vincolo di distanza dal centro abitato, riguarda una zona sottoposta a vincoli sia architettonici sia militari che ne impedirebbero qualsiasi destinazione, ampliamento e cambio di utilizzazione. La stessa area non è idonea perché le casermette sono ricoperte di eternit, quindi amianto, e andavano prima bonificate con un esborso economico non sostenibile”.

L’individuazione di un Centro di identificazione e di espulsione presso la ex “Polveriera” avrebbe un impatto ulteriormente negativo sull’equilibrio complessivo di un territorio già duramente compromesso dall’emergenza dei rifiuti e dall’allarme criminalità.

Bene hanno fatto, comunque, l’onorevole Stefano Graziano del Pd ed i sindaci Petteruti di Caserta e Pascariello di San Nicola La Strada a manifestare la loro contrarietà alla realizzazione di un Centro di identificazione e di espulsione nella zona in questione.

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