Rapinatori napoletani in ‘trasferta’ via Metro: arrestati dai carabinieri

di Antonio Taglialatela

da sin. Luigi Pesce e Domenico EspositoAVERSA. Il pericolo paventato all’indomani dell’attivazione della linea della metropolitana che collega Aversa al quartiere napoletano di Piscinola si è concretizzato in pochi giorni.

Parliamo delle “trasferte”, via metrò (soluzione molto più “comoda” dell’auto o dello scooter), di malviventi provenienti dalla zona nord del capoluogo campano con l’obiettivo di compiere rapine e scippi.

Il primo caso si è registrato mercoledì mattina. Vittime due studenti dell’Istituto professionale di Aversa che si trovavano nel parcheggio dei pullmanin viale Kennedy, antistante il supermercato Md, a pochi passi dalla stazione “Ippodromo” della metropolitana. I due ragazzi, dopo essere saliti a bordo di un pullman in attesa di partenza, venivano all’improvviso spinti con forza verso la parte posteriore dell’automezzo da altri due giovani che, armati di un cacciavite e di un taglierino, si facevano consegnare un portafoglio con pochi euro, un braccialetto, due collanine, un orologio e un telefono cellulare. In quel momento, nel pullman, c’erano l’autista al posto di guida, che non si accorgeva di nulla, e un altro giovane studente, rimasto impietrito davanti alla scena, consumatasi in pochi secondi. I rapinatori poi scendevano dal pullman e si allontanavano a piedi.

Gli studenti avvertivano immediatamente il 112 e descrivevano ai carabinieri nei minimi particolari l’aspetto fisico dei due rapinatori e i vestiti che indossavano. A quel punto, dalla caserma di viale degli Artisti partivano due autopattuglie. Dopo qualche ricerca nella zona di Aversa, senza ottenere alcun riscontro, i militari del reparto territoriale, coordinati dal tenente Giuseppe Fedele, intuendo che potesse trattarsi di rapinatori giunti in metropolitana dal napoletano, si dirigevano fino al quartiere di Piscinola dove arrivava in appoggio una pattuglia della radiomobile di Napoli.

I carabinieri aversani chiedevano ai colleghi partenopei di farsi condurre nella zona di spaccio di droga più vicina alla stazione di Piscinola, ossia nel posto in cui i rapinatori avrebbero eventualmente potuto subito acquistare stupefacenti con la refurtiva. I militari dell’Arma giungevano in via Arcangelo Ghisleri, in un luogo paradossalmente chiamato “Oasi del buon pastore”, dove tutto c’era tranne che un’oasi e dei buoni pastori. Alla vista dei carabinieri si scatenava un fuggi fuggi generale, decine e decine di persone che si allontanavano di corsa e che gridavano l’arrivo delle “guardie”. Tra i “fuggiaschi” venivano individuati due ragazzi che corrispondevano alla descrizione fornita dagli studenti aversani. Li inseguivano fino ad un sottoscala (che poi sarebbe stato definito dagli stessi carabinieri un “girone dantesco”), pieno di siringhe, feci e ogni genere di rifiuti, riuscendo a bloccarli e ad ammanettarli.

I due, identificati in Luigi Pesce, 25 anni, nato a Sant’Antimo (Napoli) e residente a Cesa (Caserta), e Domenico Esposito, 27 anni, di Napoli, venivano dichiarati in stato di fermo ed accompagnati presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere.

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