Centrale, si costituisce il comitato antinucleare “Garigliano”

di Redazione

 SESSA AURUNCA. Si è costituito il comitato antinucleare “Garigliano” che coordina varie associazioni del Sud Pontino e dell’Alto Casertano, da Legambiente al Wwf a Cittadinanzattiva,…

… e altre, che pur conservando le rispettive identità, potranno lavorare sinergicamente, sia per interscambio di informazioni, sia per supporto reciproco, in tutte le iniziative che avranno lo scopo di sensibilizzare ed informare i nostri concittadini sul tema dell’antinucleare.

Il sito è http://comitatoantinuclearegarigliano.blogspot.com “La costituzione del Comitato – spiegano dal sodalizio – nasce dall’esigenza di far sentire la voce dal basso, ossia di tutti quei cittadini che sono contrari al ritorno dell’energia nucleare (gli ultimi sondaggi dicono che si aggirano tra il 75 e l’80%). Visto che il Governo Berlusconi parla tanto del popolo,pensiamo che dovrebbe tener conto delle sue opinioni anche quando non ne condivide le posizioni. La prima uscita ufficiale del Comitato avverrà in occasione dell’iniziativa internazionale del ‘Chernobyl Day’, promossa dal reseau francese “Sortir du nucleare” che si svolgerà nei giorni 24-25-26 aprile”. Il Comitato ha organizzato una manifestazione antinucleare a Sessa Aurunca per sabato, 24 aprile, con partenza, alle ore 10, dalla Porta dei Cappuccini, corteo lungo il corso Lucilio, conclusione in piazza XX Settembre, dove parleranno alcuni relatori.

“Noi – affermano dal comitato – diciamo no alla costruzione di un deposito nazionale o alla costruzione di un nuovo impianto nucleare nel sito del Garigliano”.

Questi i motivi da loro evidenziati: nel 1987 un referendum nazionale mise fuori legge gli impianti nucleari; la centrale nucleare del Garigliano ha prodotto ingenti danni all’ambiente e alla salute di tutti gli abitanti dei Comuni circostanti del Basso Lazio e dell’Alto Casertano, con una escalation di cancri e malformazioni, spesso mortali,anche nei bambini;

la stessa centrale, come rilevato in 4 campagne radioecologiche dell’Enea, ha contaminato oltre 1.700 kmq di mare con metalli pesanti, soprattutto cesio 137 e cobalto 60 che probabilmente sono entrati nella catena alimentare; il sito del Garigliano è idrogeologicamente inidoneo per localizzarvi impianti e depositi nucleari perché rientra in zona sismica di 2^ categoria, perché il terreno è di natura alluvionale e a rischio esondazioni;

tale inidoneità è chiaramente espressa nel “Dossier rifiuti radioattivi” dal Ministero Ambiente nel 1985; è necessario reperire ingenti quantità di acqua per il raffreddamento di un Epr da 1.600 MW (100mila litri al secondo) e la portata del fiume Garigliano non può garantire tale apporto, senza considerare che i cambiamenti climatici possono diminuirne ancora la portata mettendo in crisi i reattori nucleari come avvenne in Francia nel 2003 (la Francia consuma il 40% dell’acqua per il raffreddamento delle centrali);

la presenza della centrale ha fortemente compromesso lo sviluppo turistico di una zona tra le più belle e fertili d’Italia e la costruzione di un deposito nazionale, o di un nuovo impianto, danneggerebbe ulteriormente l’economia: svalutazione di case e terreni, la perdita economica in agricoltura e zooallevamenti, con prodotti di eccellenza quali olio, vino, frutta, mozzarella che nessuno vorrebbe più acquistare; la perdita, sempre in termini economici, dei flussi turistici e balneari.

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