AVERSA. Tolleranza zero per i manifesti elettorali abusivi comparsi in città fin dai primissimi giorni della campagna elettorale europea.
Questo limpegno assunto da Stefano Guarino, comandante dei vigili urbani, al quale abbiamo chiesto quali manifesti siano da considerare abusivi, chi deve segnalare labuso e come questo poi venga punito. In tema di propaganda elettorale – spiega Guarino – le norme parlano chiaro. Nei trenta giorni precedenti il voto i manifesti vanno affissi negli spazi predisposti appositamente dal comune. Ne segue che quelli presenti in ogni altra parte sono abusivi. Ne segue che vanno rimossi e sanzionati. Ed è esattamente ciò che faremo.
La segnalazione dellabuso – continua il comandante – è compito di tutte le forze di polizia presenti sul territorio e va fatta al Prefetto che eroga una sanzione variabile tra 103 e 1.032 euro. Chi paga la multa? Ovviamente il responsabile dellabuso. Ma qui casca lasino perché la legge che regola la materia, la numero 507 del 1993 modificata il 28 dicembre 2001, considera responsabile esclusivamente colui che materialmente è colto in flagranza nellatto dellaffissione. Non sussiste responsabilità solidale.
In parole non tecniche, né il committente laffissione né il candidato avrebbero responsabilità dellabuso perché a pagare dovrebbe essere solo lattacchino se colto nellatto di affiggere il manifesto. Di conseguenza, se lo fa, come normalmente succede, durante la notte, quando in giro non cè alcun controllo di polizia, la città può riempirsi impunemente di manifesti abusivi che verranno successivamente rimossi sotto il controllo della polizia municipale che più di tanto non potrà fare.
Ed è quanto abbiamo fatto nella scorsa tornata elettorale, risultando – riprende il comandante Guarino – secondo le stime fatte dalla prefettura, il comune della provincia in cui sono stato rimossi più manifesti abusivi. Quanto alle sanzioni, nemmeno a parlarne, non essendo stati presi attacchini sul fatto, non esiste alcuna persona da sanzionare, però circa la responsabilità solidale del committente, del candidato o del partito rappresentato qualcosa si potrebbe fare. Perché linterpretazione della legge non sembra uniforme.
In proposito – conclude Guarino – cè una sentenza della Corte di Cassazione che da al committente (il cui nome per legge deve essere indicato sul manifesto, ndr.) la responsabilità del contenuto dei manifesti, gli fa obbligo di rimborsare il comune della spesa sostenuta per la rimozione della propaganda abusiva e lascia spazio alla possibilità di erogare una sanzione economica finanche al partito pubblicizzato, quando se ne riesca a provare il collegamento con loperato dellattacchino.