AVERSA. Se il partito prende tempo, significa che è necessario attendere. Né noi abbiamo particolarmente fretta.
Sintetizza con queste parole il momento di stasi nelle trattative per la nomina del capogruppo consiliare del Popolo della Libertà lazzurra Francesca Marrandino, una dei quattro consiglieri in corsa (insieme a Carlo Amoroso, Tonino De Michele ed Emilio Scalzone) per la carica.
Al momento, – continua la rappresentante del partito del presidente Berlusconi – di ufficiale non cè nessuna riunione in vista sulloggetto, anche quella prevista per questa sera (ieri, per chi legge, n.d.r.), di fatto non è stata mai convocata. Ci vedremo mercoledì alle 17,30 per il preconsiglio in vista della seduta di venerdì, quando ci saranno allordine del giorno il piano commercio, il consuntivo 2008 ed altri argomenti di rilievo.
Continua ad essere in alto mare, quindi, la nomina del nuovo capogruppo, di un gruppo che rappresenta, in pratica, la metà dei consiglieri presenti nellassise cittadina. E non poteva essere altrimenti, considerato che questa nomina sarà oggetto di equilibri interni insieme al già richiesto azzeramento delle cariche del presidente del consiglio comunale (attualmente ricoperta da Nicola Verde) e degli assessori che erano stati nominati nellottobre scorso, quando ancora cerano Forza Italia e Alleanza Nazionale. Insomma, calma apparente nel Pdl cittadino, con le due fazioni principali, che fanno capo al consigliere regionale Peppe Sagliocco, da un lato, e al trio senatore Giuliano, sindaco Ciaramella e coordinatore cittadino Golia dallaltro a fronteggiarsi in vista dellennesimo rimpasto; il quarto in soli due anni di amministrazione.
Una situazione che fa dire al segretario cittadino del Pd Mariano DAmore: Il centrodestra ha riportato indietro la politica aversana ai suoi anni più bui. Non ci si divide su progetti e proposte per migliorare la qualità della vita degli aversani, ma su poltrone, affari, ambizioni personali. Ormai si va avanti con un rimpasto ogni sei mesi. Lamministrazione Ciaramella, che sulla carta potrebbe contare su una maggioranza amplissima, è in crisi permanente. Ed a pagarne il conto è la città costretta ad un immobilismo che conduce solo al baratro.